Le sigle identificative dei carburatori dell’Orto e i loro principali componenti.
I carburatori più usati su Vespa e Lambretta sono senza dubbio quelli della azienda italiana dell’Orto. Quanto detto vale anche, in misura minore ma comunque preponderante, per quanto riguarda i carburatori abbinati alle elaborazioni dei motori. Spesso ci troviamo a familiarizzare con sigle come VHST o PHBL ma senza sapere in realtà, così come per le candele, cosa significhino queste lettere che rappresentano un vero codice identificativo. Questo articolo parlerà dei più comuni carburatori senza pretese di completezza.
Innanzitutto, cos’è un carburatore e a cosa serve?
Il carburatore è una sorta di tubo che, attraverso un collettore, viene collegato alla aspirazione del cilindro della Lambretta o alla valvola rotante della camera di manovella della Vespa. Il pistone, all’interno del cilindro, in fase di aspirazione crea una depressione che risucchia aria dall’altra imboccatura del tubo. Il tubo è fatto in maniera da creare un leggero “effetto Venturi” che ne accelera il flusso. L’effetto Venturi risponde ad una legge fisica per cui un fluido (compresa l’aria) aumenta di velocità al passare da una sezione più larga ad una più stretta; ecco perchè il lato dei carburatori che si aggancia al collettore di aspirazione è di sezione minore o uguale all’imboccatura di ingresso dell’aria. Questa accelerazione dell’aria in entrata crea a sua volta una depressione e conseguente suzione di benzina dalla vaschetta del carburatore, tale per cui nel cilindro arriverà una combinazione di aria e benzina (mista a olio al 2% nei motori due tempi), ovvero il carburante, in un rapporto stechiometrico che deve approssimarsi a 15:1. Questo significa che servono 15 litri di aria per la combustione di ogni litro di benzina.
Quindi in definitiva il carburatore serve a miscelare nella giusta proporzione l’aria con la benzina.
Troppa aria tenderà a surriscaldare il gruppo termico, viceversa troppa miscela realizzerà una combustione parziale e inefficiente.
Cos’è la carburazione?
Attorno al valore stechiometrico ideale, tenendo in considerazione che la miscela di benzina e olio nel due tempi ha anche la funzione di raffreddamento e lubrificazione del gruppo termico, si può aumentare la quantità di miscela in risalita dalla vaschetta per ottenere una carburazione di compromesso, più o meno ricca di aria o benzina, per ottenere la massima prestazione dal motore senza superare la temperatura critica.
Quali sono i componenti principali del carburatore?
Il primo ostacolo che incontra l’aria in ingresso è la scatola del filtro (che può essere anche assente). Un filtro che fa passare più o meno aria in ingresso è già un elemento che condiziona il rapporto finale di aria/benzina nel collettore di aspirazione. Subito dopo l’aria arriva alla valvola del gas, quella sorta di saracinesca che noi alziamo o abbassiamo col movimento del nostro polso; essa può essere cilindrica (P – piston), a sezione di cilindro (V – valve) o un semplice parallelepipedo sottile (S – slide). Se il carburatore utilizza l’effetto Venturi, la seconda lettera identificativa sarà una H. La successiva lettera indica l’assenza (B) o la presenza (S) della pompa di ripresa, un ulteriore passaggio di benzina in risalita dalla vaschetta forzato da una pompa azionata dalla valvola del gas. L’ultima lettera definisce il gruppo dei diametri del tubo Venturi. Ad esempio la lettera G raggruppa i carburatori dal 15 al 21, la L dal 22 al 26, la H dal 27 al 30, etc.. Infine ci sono altre due sigle dopo le prime quattro e il diametro; esse indicano l’attacco al collettore rigido (A) oppure morbido (B) e se le regolazioni della carburazione fine e del minimo sono a destra (D) oppure a sinistra (S). Perciò il nostro amico PHBL 24 AS sarà un carburatore con valvola del gas cilindrica, ad effetto Venturi, senza pompa di ripresa, di diametro 24mm (quindi gruppo L), con collettore rigido e viti di regolazione a sinistra. In una Vespa small frame, in cui il carburatore si trova in uno spazio angusto dentro il telaio e sotto la sella, avere le viti esterne a destra o a sinistra può essere importante. Altri componenti fondamentali che bisogna conoscere in un carburatore sono i cosiddetti “getti”. I getti sono delle particolari piccole viti forate che regolano la quantità di benzina in suzione dalla vaschetta attraverso il circuito del minimo (getto del minimo), il quale quando si avvia il motore lavora assieme al circuito supplementare di avviamento che ha un proprio getto per arricchire il carburante di benzina solo in quello specifico momento. Il circuito del massimo è invece regolato dall’omonimo getto che, attraverso il polverizzatore, porta la benzina nel tubo Venturi. Il polverizzatore può essere parzializzato da un vero e proprio spillo conico, solidale al fondo della valvola del gas, la quale lo fa abbassare o alzare all’interno del foro del polverizzatore regolando, in progressione, l’afflusso di benzina dal getto del massimo che pesca dalla vaschetta. La quantità di benzina contenuta nella vaschetta è mantenuta costante da un galleggiante che, scendendo apre il condotto che proviene dal serbatoio e salendo lo chiude tramite uno spillo. Quando trovate una pozza di benzina sotto la Vespa o la Lambretta, molto spesso i colpevoli sono loro. La valvola del gas solitamente ha uno smusso che serve a regolare la depressione nelle fasi di minimo o rilascio del gas; maggiore è la grandezza dello smusso, minore sarà la velocità dell’aria in entrata, e viceversa, alla stessa stregua di quanto dettato dall’effetto Venturi;
uno smusso più piccolo arricchisce di benzina il carburante, uno smusso più grande il contrario;
un getto del massimo più grande arricchisce di benzina il carburante, un getto più piccolo il contrario;
un polverizzatore più grande arricchisce di benzina il carburante, un polverizzatore più piccolo il contrario;
uno spillo conico più grande impoverisce (“smagrisce”) di benzina il carburante, uno spillo più sottile il contrario;
un filtro dell’aria più permeabile, farà passare più aria e richiederà getto del minimo e polverizzatore più grandi ed eventualmente uno spillo conico più sottile.
All’esterno del carburatore troviamo infine due viti di regolazione, che possono trovarsi sul fianco destro oppure sul sinistro. In genere la vite più grossa agisce sulla valvola del gas, mantenendola a riposo leggermente alzata, in modo che il motore resti acceso al minimo. La vite più piccola può trovarsi a monte della valvola del gas e quindi svitandola si arricchisce di aria il circuito del minimo, viceversa potrà essere a valle della valvola e quindi svitandola arricchirà di benzina il medesimo circuito.
Il carburatore è un oggetto FONDAMENTALE nel buon funzionamento e nella affidabilità del motore.
Quando si variano i componenti originali di un motore, bisogna spendere particolare cura nel conoscere il proprio carburatore e nel trovare la sua giusta regolazione, altrimenti non andrete molto lontano, oppure consumerete inutilmente una quantità esagerata di benzina.