Coffe Corner – Ancora in Vespa da Milano a Tokio
Il 2020 è stato un annus horribilis per tante ragioni molto serie, ma volendo rivolgere la nostra attenzione a qualcosa di più leggero come Viaggiare, anche questo aspetto della nostra vita ha subìto una pesantissima battuta di arresto. In questo contesto torniamo a tediare Fabio Cofferati con una seconda “intervista della Scimmia” a lui dedicata, e non solo perché irsuto com’è, incarna perfettamente il ruolo, ma perché l’anno scorso ha dovuto “abortire” il suo viaggio in vespa verso il Giappone sulle orme di Roberto Patrignani a causa della pandemia e del conseguente annullamento delle Olimpiadi. Quest’anno Fabio è deciso a ritentare e sembra che le condizioni possano permetterglielo, per questo noi siamo al suo fianco e il 13 Giugno alle ore 10 in Corso Sempione a Milano, saremo lì a tifare per lui assieme a Stefano DIONI e alla sua DiscoApe.
The Hand of the Monkey: Ciriciao Fabio! Un sogno che si sta per realizzare! Grazie a te, anche chi non lo conosceva ha scoperto chi fosse Roberto Patrignani e l’impresa che egli ha compiuto nel 1964 nel raid che lo portò in vespa da Milano a Tokio, sede anche allora delle Olimpiadi. Di motivi per ricalcare le sue orme ed ispirarsi al suo viaggio se ne trovano parecchi, ma oltre l’ovvio c’è qualche altra suggestione che ti ha ispirato Patrignani?
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Fabio Cofferati (dopo uno strano rumore simile ad un ruggito slabbrato, col quale sembra salutarci): Di grandi viaggi in vespa e lambretta ne sono stati fatti tanti prima e dopo Roberto Patrignani, ma prima di lui nessuno aveva raccontato le proprie emozioni, i propri timori e le proprie speranze in un libro che non fosse un mero e asettico diario di bordo farcito di date e luoghi. Per questo motivo io lo ritengo un ispiratore, il primo della sua specie. Ma la vera colpa di questa mia pazzia è il giornalista Valerio Boni. Ho conosciuto Valerio nel 2017 quando mi recai, assieme a mia moglie Leonora, nella sua casa a Brembate (BG). Dopo cena abbiamo cominciato a parlare di aneddoti legati alla Vespa e ho scoperto che Patrignani era stato il primo caporedattore del giovane Boni quando iniziò a lavorare nella redazione di Motociclismo. Parlammo del suo mitico viaggio “Milano-Tokyo” e ad un tratto Valerio disse. <…che poi fra l’altro nel 2020 a Tokyo ci saranno ancora le Olimpiadi…>
SBADABAMM!
Salto sul divano… <accidenti, quando mai ricapita? Sarebbe bello ripetere il viaggio!>. Lo guardo negli occhi: <se vado mi accompagni?> Lui ci pensa solo un attimo: <si, sarà il viaggio dei miei 60 anni e in un certo qual modo renderò grazie a una persona che mi ha dato tanto>. Peccato avessi appena deciso di mettere la testa a posto a causa dell’arrivo del primo figlio, ma come si fa a farsi sfuggire una occasione così?
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THOTM: Da Milano a Tokio in Vespa è un viaggio davvero impegnativo, dici che dovrai fare almeno 500km al giorno per coprire i 13000 km che ti separano dalla meta, ti senti tranquillo oppure stai cominciando ad avvertire un po’ di paura?
FC: Mentre Valerio, che mi accompagnerà, grazie al suo lavoro è sempre psicologicamente e burocraticamente preparato, io invece non sono assolutamente tranquillo. In un viaggio del genere, per quanto tu possa pianificare, possono esserci mille problemi e altrettante incognite. Credo di poter superare qualsiasi inconveniente meccanico possa accadere alla mia Vespa 150 VBB, a cui ho dato nome “Mugen”, ma ciò che mi spaventa davvero è il pensiero di poter avere un incidente mentre sarò sperduto chissà dove in mezzo alla Russia. Per i problemi più comuni, nel mio bagaglio ci sarà comunque spazio per una cassetta del Pronto Soccorso ben fornita di medicinali. Mi spaventa enormemente l’idea di intraprendere una avventura rischiosa come questa e, se mi succedesse qualcosa di spiacevole, lasciare i miei figli senza un padre è un pensiero che mi atterrisce. Tuttavia, più si avvicina il 13 giugno più c’è il desiderio di partire, però ogni giorno sarà un battaglia. Fare 500 km al giorno sulle strade europee non sarà un problema, molto più difficile sarà invece rispettare la tabella di marcia percorrendo le strade dopo Mosca, che altri viaggiatori mi dicono non essere molto belle.
THOTM: Durante la cena sociale del Vespa Club Piacenza del 2019, club di cui sei tesserato, abbiamo avuto modo di vedere in anteprima la tua Vespa Jigen esposta in un angolo della sala. Ovviamente si tratta di una Vespa customizzata, migliorata per poter affrontare un viaggio del genere. Probabilmente non è una fedele replica di quella del 1964. Quanto della Vespa di Patrignani si può vedere nella tua e quali sono invece le migliorie frutto della tua personale esperienza di viaggio?
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FC: Ehm, “Mugen” è una versione 2.0 di quella di Roberto. Avrà un serbatoio supplementare al posto del bauletto dietro lo scudo, come quella del 1964, ma manterrà solo l’estetica di quella originale e le ruote da 8 pollici. Per tutto il resto, soprattutto dove non si vede, cercherò di cucirmela addosso come un abito, aggiornando il motore e rinforzando il telaio. Come già fatto per la spedizione a Capo Nord, ho una monosella e un grosso portapacchi a doppio piano dove caricare tutto il necessario come ricambi, gomme di scorta, il vestiario e la tenda. Senza dilungarci sulle tante modifiche al motore, posso dire senza dubbio che è il motore vespa più potente che abbia mai assemblato. I cavalli extra mi saranno utili per trasportare il bagaglio e un pilota come me. Colgo l’occasione per ringraziare il mio personal vesper con cui sto cercando di perdere un po’ di peso e di rinforzare i muscoli del tronco. Certo, potevo prendere direttamente come base il motore PX, ma ho preferito mantenere il guscio della VBB. Sono scelte magari poco razionali, fatte forse più col cuore, come acquistare una VBB ridotta male, ma targata PR come le iniziali di Roberto Patrignani e immatricolata il giorno del mio compleanno. Piccoli dettagli che per me fanno una enorme differenza.
THOTM: Parliamo dello scopo del tuo viaggio. Di solito si scherza (più o meno), anzi si insinua, che questo genere di imprese siano in realtà una vacanza, magari pagata. Nel tuo caso sarà invece il viaggio della tua vita? Lo farai per aiutare qualcuno assieme a Jigen?
FC: Mugen. All’inizio, lo confesso, pensavo fosse una vacanza, poi è diventata misticamente quasi una missione perché, diciamocelo, chi me lo fa fare di partire per un viaggio del genere lasciando a casa mia moglie con due bambini piccoli..? Di sicuro però non voglio dire che sia il viaggio della vita. Non ci credo e non voglio nemmeno usare un concetto così assoluto. Diciamo che sarà una tappa importante della mia vita, quello sì. Vorrei inoltre sottolineare che io non chiedo denaro a nessuno. Sto compiendo questo viaggio per me stesso e con le mie forze.
Voglio dare un segnale a questo vespismo che si sta abbassando di livello, fatto di persone che viaggiano su internet anziché sulla strada, pavoneggiandosi per soddisfare il proprio edonismo ed il proprio ego, alla caccia di commenti e complimenti virtuali.
La “scusa” è consegnare un trofeo, però questo è anche un viaggio di amicizia tra i popoli italiano e giapponese, celebrato tramite la Vespa che quest’anno compie il suo 75° anniversario. Inoltre c’è l’esperienza personale da non trascurare, che spero potrò provare e che spero mi arricchirà spiritualmente. Sarà bello incontrare vespisti durante il viaggio e sarà fantastico intrattenermi nelle iniziative che gli amici vespisti giapponesi stanno organizzando per il mio arrivo. Infine, al termine del viaggio, lancerò una raccolta fondi in favore della Fondazione ISAL (Istituto Scienze Algologiche) che si occupa della promozione in ambito medico delle terapie a contrasto dei dolori cronici, il cui presidente è William Raffaeli.
THOTM: E quando sarai a Tokio, come tornerai?
FC: Intanto il mio pensiero principale è arrivarci… e mi sembra già tanto. Per il titorno bèh, ci penserò a tempo debito. Dovrò valutare le mie condizioni fisiche, quanto sarò affaticato e quanto tempo e denaro avrò ancora a disposizione. Diciamo che voglio lasciare della suspence in proposito.
THOTM: Come documenterai il tuo viaggio? Sarai di quelli costantemente sui Social oppure cercherai di goderti il tuo viaggio con Jigen e di dosare le tue condivisioni?
FC: La Vespa si chiama M-U-G-E-N. Penso che starò nel mezzo, cercando di essere presente il più possibile ma senza esagerare. Inoltre trasporterò un GPS con il quale solo tu potrai monitorare il mio viaggio, pisciate comprese. A parte gli scherzi, mi piace viaggiare in maniera analogica. Per questo motivo cercherò di usare il cellulare ed il navigatore il meno possibile. Ho comunque installato una batteria che mi consente di alimentare un display multifunzione per tenere traccia dei km percorsi, una presa USB e una coppia di faretti che mi possano permettere di dilungarmi anche al buio in caso di necessità, premettendo però che cercherò di viaggiare esclusivamente di giorno.
THOTM: Non arrabbiarti, il mondo è pieno di persone false.. Ma noi crediamo nel tuo progetto e infatti saremo presenti il 13 giugno quando partirai con la tua Mugen da Milano!
FC: si chiama Jig…
…..
Mavaffanculo.
THOTM: Allora grazie Coffe per essere stato ancora ospite del nostro sito e ti lasciamo chiudere questa chiaccherata con un messaggio personale!
FC: Parafrasando il discorso di insediamento alla Presidenza di JFK del 1961: “non pensate a quello che la vespa può dare a voi ma pensate a quello che voi potete dare alla vespa”.
THOTM: Glissiamo su questa citazione poco originale e terminiamo questa chiaccherata mostrandovi i particolari pittorici realizzati dall’artista Luca MORETTO che ha dipinto la locandina dell’evento e ha personalizzato il fianco e il parafango anteriore della vespa di Fabio!

Se volete approfondire, ecco il link alla bellissima diretta di oltre 2 ore in cui Fabio è stato ospite della rivista virtuale Scooterismo.it.
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